giovedì 29 luglio 2010

Una calda serata, e poi, il Signor Bollore! Eccolo qua!




Ok. Lo ammetto. Riesco a mettermi nei guai manco fossi un bacillo di citomegalovirus. E chiunque non lo conosca, credetemi, è fortunato. Ma andiamo con ordine, altrimenti questo capitolo della mia esistenza vi apparirà più contorto e sgrammaticato che mai. L’antefatto. Qualche tempo fa in una calda domenica di luglio io ed un amico siamo andati a casa di altri amici per espletare dei lavori tecnici. No, non era un’orgia. Lavoro. Giuro. Lì nella quiete di quella casa nella semi-periferia romana in costume e ciabattine si agitava la mia prossima vittima. Ovvero, il signor Bollore. Così chiamato per la sua vaga somiglianza a quel dottore più famoso. E poi perché, ecco, tanta roba.



Ma comunque in quel pomeriggio, a parte battutine, allusioni e simpatiche inutili wakalalas pre-finale dei mondiali non abbiam detto né fatto altro. Lui era lì, col il suo testosteronico corpo e la sua simpatia contagiosa che faceva commenti a quello e quest’altro che io dicevo con i miei amici, poco più in là nel salotto. Particolare da non sottovalutare, è che il signor Bollore è plurifidanzato. Ma questo è un dettaglio che io voglio assolutamente tralasciare. L’ho promesso quello stesso pomeriggio a Ga, dopo l’incontro scontro con quel po po' di ometto (e che po po') che sarebbe stato mio. Anche se i dettagli del come, dove, quando e soprattutto perché mi erano sconosciuti. E sottolineo perché.



Ma il tempo, si sa, è tiranno e le due settimane successive sono volate, settimane in cui io non l’ho minimamente sentito, non che a dire il vero ci abbia pensato chissà quanto. Infatti mi sono ben volentieri intrattenuto con uno stallone, molto noto agli appassionati di fiction, poiché attore di una nota serie tv, che oltre ad averne di bendonde, è anche un manzo inaspettatamente porcelloso proprio come piace a me. Anzi, gli piaccio pure io. E credetemi, son stati pomeriggi davvero molto caldi sotto le mie lenzuola, e non solo. Ecco. Ma di lui vi dirò in maniera più approfondita nel prossimo post. Fino a un giovedì notte in cui Annabelle Bronstein e il signor Bollore in una vaghissima chattata faccialibriana di pochissimo conto hanno scambiato un numero di telefono. Ovvero lui ha preso il mio.



Senza successo però. Lui non si è minimamente interessato a quelle dieci cifre magiche che unite compongono il mio numero. Un numero verde quasi per la sua semplicità. Forse non ha capito bene come digitarle sul suo telefono, penso. Ecco perché adoro avere un menù vocale richiamabile dal mio iphone. Ma questa è un’altra storia. Un po’ deluso da quel suo non cercarmi il sabato sera (scorso) è arrivato e i miei amici mi hanno proposto un’economicissima serata Muccassassina alla festa dell’Unità. Arrivato lì, devo essere sincero, mi sono un po’ rotto le balle, perché il rimorchio era assente, e il dancefloor talmente affollato da rischiare di divertirsi parecchio. Abbandonata quella bolgia, però il mio occhio, lungo si è fermato dietro il palco.



Lì, come parte integrante dello staff, giaceva il mio signor Bollore, che se la intendeva con la qualunque. La serata ha acquistato un sapore totalmente diverso. Ho cercato di introdurmi clandestinamente in quello spazio riservato, ma nulla. Quei buzzurri non erano a conoscenza di chi io fossi. Fottetevi. Allora mi sono messo di punta e ho atteso. Alle 2 passate finalmente l’ho avvicinato e invitato a bere una cosa. Ovvero io ho bevuto un simpatico negroni molto alcolico. Molto. Lui una cosa davvero analcolica che il solo nominare mi fa vergognare di essere ciò che sono. I discorsi diversi, he non vi sto a dire, però hanno cominciasto a scricchiolare su una sua frase che mi ha destabilizzato molto. “Si vede che ti garbo una cifra”.



Mmmmm. E io a ruota libera. “Certo. Mi piaci. Una cifra adesso non mi pare. Insomma manco ti conosco. Comunque io sono una persona molto diretta e sincera. E devo ammettere che si, mi piaci.” Insomma era chiaro che lui aveva un'alta considerazione della sottoscritta. Ma il dramma è sempre dietro l'angolo. E le sue parole successive sono state devastanti: “Be' io ho un po' lo spirito della crocerossina”. Ecco le parole che mai vorresti sentire. Preso da un momento Kill Bill lo avrei preso a calci in faccia con qualche strana mossa di okuto o o balletto dannatamente pop per stenderlo. Ho subito pensato, ma questo da dove ci è venuto. Se qui c'è una crocerissina, quella sono io.



E comunque non mi pare affatto di necessitarne. Affatto. Dopo questa scivolata, io mi sono ripromesso di non osare alcun che. L’ombra del suo ragazzo c’era e si avvertiva anche molto. Ma io volevo che fosse lui a tendermi una mano. E lui, suo malgrado ha teso qualcos’altro. Non vi spiego cosa, ma era molto interessante. E lo ha teso là. In public. Io quasi viola, rossa e fucsia ci ho messo una mano sopra. Taste is better, you know. Ma a quel punto di cosa altro avevo bisogno? Sciolta come una cavalla pazza e vogliosa l’ho trascinato dietro il casotto ristorante e ci abbiam dato giù di limoni e valalas vari.



La cosa stava andando al top, per quel che mi riguarda, fino a che il nostro libidinoso momento è stato interrotto. Un rumore sordo proveniente da una frasca. Ussignur i paparazzi!!! Ho pensato. Invece no, si trattava di un’orribile ominide tappo e con la patta all’aria che stava lì di fronte a noi e ci guardava. Un po' per quest'inavvertito colpo di scena, o forse perché era davvero tardi, o forse perché era solo una palla al balza che il signor Bollore ha schiacciato e la cosa è morta lì. Sul nascere. E io avrei preferito lapidarmi là, alla festa dell'Unità, dietro quel casotto con la voglia di farne di ogni, e invece. E invece mi sono accontentato. Mi sono fermato. E lui è tornato nel backstage.



Poco dopo l’ho raggiunto e l’ho salutato ed ho preso il suo numero. Perché insomma, per lo meno, così, se lui non dovesse più fasrsi vivo avrei modo di insultarlo. Per lo meno. Domenica ero tranquillo. Lunedì sorpreso. Martedì mattina sono incappato nel faccialibro del suo ragazzo, e mi sono innervosito. Insomma vederlo come vorrei che fosse con me insieme ad un altro ti fa rodere il culo. E al quanto. E se quel culo soprattutto ne volesse di più, bè ecco il rodimento aumentare a dismisura. Ho cercato di farmela passare su consiglio del mio io più nascosto. Ma alla fine ieri sera, alle 23 ho ceduto. E l’ho chiamato. Insomma come dire una telefonata glaciale.



Una telefonata, che se fosse stata fatta al 190 saremmo stati più amici. Ho avuto la vaga impressione che stesse facendo qualcos'altro. E infatti si stava preparando per andare dal suo “fidanzato”. Si proprìo così. Così lo ha definito. Io volevo quasi evirarmi per telefono . Cioè non attraverso il telefono, ma proprio fisicamente parlando. Anzi fisicamente facendolo. Però vabbè. Io ho ovviamente fatto finta di nulla. E così ho aperto il discorso più vago possibile. Ovvero che hai fatto oggi? Ehm... Io: “Sono stato in centro. Si avevo bisogno di fare delle cose. Si. Ah. Domani parto. Vado in provincia di Pisa. Poi a Padova. Poi torno a Roma venerdì”. Tutto detto con molto trasporto da parte mia.



Lui mi ha biascicato in quattro parole la sua giornata, senza troppo emozionarsi. Io ho convenuto con dei emh, ahhhh, si?, senza dargliela troppo vinta. Ho pensato che così andava bene. Ma il clou è arrivato sulla conclusione. Gli ho ricordato che aveva il mio numero di telefono, e che se voleva poteva chiamarmi. Lui mi ha risposto semplicemente che se non mi avesse chiamato lui, bè lo avrei fatto io. Ah ecco, qua. Il signor Bollore se la credeva e anche tanto. Insomma signori ho davanti un vero osso duro. Ma lui ha davanti Annabelle Bronstein. E forse in durezza e cocciutaggine vinco io. Io.



Comunque ci siamo congedati con i nostri impegni futuri. Ovvero lui va su al nord per lavoro, io pure vado a nord, ma torno venerdì a Roma. Lui non tornerà. Forse non prima di settembre. E secondo voi io devo aspettare il settembre prossimo venturo? Ma siamo pazzi? Io sono pur sempre Annabelle Bronstein, e so come muovere le cose a mio favore, facendo credere al signor Bollore che in realtà sia lui a gestire l'affaire. E così sarà. Fino a nuovo ordine saranno ridotti i contatti, di ogni tipo e genere. Soprattutto da parte mia. Ho deciso che se lo richiamerò io lo rifarò a ferragosto, giusto per sapere come lo passerà. Ma questo weekend forse, ho una mezza idea di raggiungerlo a sorpresa. Giusto per non contraddirmi per niente.





Avevo omesso un piccolo particolare. Piccolossimo. Il signor Bollore teoricamente potrebbe leggere questo post. Ma io, me ne sciacquo ovviamente le balle. Ok? Ok? Ehhhhhhhh? Si, ok.

9 commenti:

  1. Complimenti Annabelle. La mia ammirazione nei tuoi confronti cresce ogni giorno di più.

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  2. grazie signor Ponza. anche se ecco. tutta questa storia mi destabilizza. sono ancora troppo lunatico su questo affair. e poi non esageriamo.
    sono solo l'ennesima sfigata orrenda. ma esisterà un uomo single, carino che mi faccia perdere davvero la testa? comincio a desistere. se archivio anche il signor bollore mi faccio prete. o suora, tutt'al più. o drag queen. -.-'

    AB

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  3. Il citomegalovirus è un virus, non un bacillo, porcellona che non sei altra. Ora torno a leggere il tuo post. A dopo. Baci baci.

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  4. Eccomi di ritorno.
    Innanzitutto voglio sapere chi è l'attore di soap opera a cui hai lustrato il regale augello.
    In secondo luogo, non vedo perchè cedere anche solo minimamente col Dottor Bollore. Che ceda lui. Che ti metta lui la mano sul culo. Che ti chiami lui. Che te lo infili lui fino in gola.
    A quelli troppo superbi, bisogna farglielo diventare duro come il marmo e prenderglielo in mano solo dopo che ti implorano.
    Baci baci.

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  5. Bimbo tu hai ragione. Ma la ragione davanti al desiderio crolla. Adesso, premettendo che lui ha ben chiarito che ecco, se dev'esserci qualcosa sara' giusto dell'ottimo sesso, credo seriamente che non ne valga neanche troppo la pena. No? Cioè io lo desidero immensamente, ma non posso stare sempre a fare la concubina della situazione. Insomma perché dover negare a me stesso una relazione, o anche solo una normale conoscenza. Sai sono arrivato al punto che sento delle necessita' e queste vanno sempre a litigare con l'istinto di attacarmi al primo pene utile. E questo, nell'eta della ragione, mio malgrado non puo' andarci d'accordo, per lo meno non più. Il problema e' la poca chiarezza nei presupposti. E' che pero' io non li ho mai enunciati. Non so. Sto ancora cercando di capire la collacozione del signor Bellore nella mia esistenza. Ah, nn posso fare nomi. I miei amanti devono rimanere tutti assolutissimamente anonimi. Ao' so na professionista, no? ;)

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  6. Non voglio aggiungere sconforto, ma bisognerebbe trovare: "un uomo single, carino che mi faccia perdere davvero la testa E CHE RICAMBI". Lo dico per esperienza personale, non per altro. :D

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  7. Hai davvero ragione. Ma sto lentamente pensando che probabilmente a me piacciono i drammi. E mi piace anche struggermi. Sto seriamente pensando che le cose impossibili sono meglio di quelle possibili, perché alimentano il sogno e la speranza in me. Adesso, so di essere una persona irrazionale e totalmente squilibrata, ma devo ammettere che situazioni del genere mi danno molta più soddisfazione. Anche se cmq situazioni più normali non volgono mai nel verso giusto, e appena riesco a pubblicare il prossimo post, caro Signor Ponza, capirai a pieno quello che intendo. Intanto, io ti stimo ;)

    AB

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  8. Attendo con ansia. Anche perché più o meno è così anche per me. Trovo molta più soddisfazione nelle storie impossibili, nelle cose difficili e quasi irrealizzabili, forse perché inconsciamente ho paura di quello che sarebbe se fosse effettivamente realizzabile. :)

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