venerdì 6 novembre 2009

La Posta del Cuore #1


Finalmente debutta la Posta del Cuore. Dopo mesi e mesi di assidua promozione sul web, sono finalmente arrivato alla scelta della primissima lettera da pubblicare, tra milioni ma che dico milioni, miliardi di lettere ricevute. Per due venerdì al mese questa rubrica terrà banco sulle pagine de il Pisello Odoroso, per cui continuate a scrivere mail a annabbronstein@aol.com oppure raggiungetemi sul mio famigerato faccialibro. Insomma una vera e propria peperonatadifattacivostri, giusto per tenere in allegria il nostro senso del pettegolezzo e anche per prenderci un po’ meno sul serio. E con questa prima lettera penso davvero che sia stato colto lo spirito della rubrica. Ma ciancio alle bande, come direbbe la mia amica bislacca, e munitevi di popcorn e coca-cola e lasciatevi prendere dalla Posta del Cuore, che tornerà puntuale venerdì 20 con una nuova lettera!


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Ciao Annabelle

non sai come sono contento della tua nuova rubrica sul blog. Avevo già scritto a Natalia Aspesi del Venerdì ma quella ha 344563 anni e non vedo come possa aiutare un giovane ragazzo gaio bisognoso di attenzioni come me. Te invece sei così dannatamentepop e così pazzescamente pazzesca che sono sicuro riuscirai a risolvere tutti i problemi relazionali che mi pongo. Anzitutto voglio dirti come mi chiamo, perché non è proprio carino rivolgersi a qualcuno senza presentarsi, io mi chiamo Serena e ho un nome che ne ha di bendonde e scusami se imito il tuo modo di scrivere, ma è che sono irrimediabilmente folgorato dalla luce della tua sapienza che sono sicuro provenga dalle tue note origini indiane.
Ma basta adularti, parliamo di me e delle mie paturnie. Purtroppo mi discosto da quello che è il tendenziale approccio all’amore che hanno un po’ tutti. Io non riesco a passare oltre. Vedi nella mia vita mi sono piaciute in modo serio soltanto tre persone, e, ovviamente, proprio perché il mondo è sadico, nessuna delle tre ha mai ricambiato l’interesse [nel frattempo che ti scrivo si è appena collegato a msn il terzo interessante, già mi sento agitato sperando che mi contatti: che sfigato che sono]. Effettivamente non posso fare una colpa a questi ragazzi, il primo era un eteropraticanteassociatoall’azionecattolica,e quando dico etero non intendo curioso, ma proprio etero; mi ricordo ancora quando disse “vedi io potrei baciare un ragazzo ma non mi si drizzerebbe per niente”, frase che mi rimase in testa per mesi, aveva un non so che fascino dolce e rude allo stesso momento [….quanto mi faceva sesso]. Col secondo ci fu una storia breve di cui capii l’importanza soltanto una volta mollati. E col terzo boh, sinceramente non riesco a capire o forse ho inteso ma preferisco vivere nel mondo dei sogni [continua a non contattarmi comunque, certo però l’ultima volta mi ha scritto lui, quindi in effetti non sarei in difetto se gli trillassi, sorry, sweety, that’s the drama-time]. E per quanto non mi sia mai precluso nuove conoscenze, scatta sempre il paragone impossibile. Ad esempio capita spesso ultimamente di andare a ballare e lui è presente, a quel punto cosa me ne frega di scoparmi il tipo che mi spizza se c’è lui che ogni tanto provoca e sorride [oh cristo santo, che frase odiosamente romantica che ho scritto, I HATE MYSELF].
Ma ora non voglio lamentarmi della classica storia incompiuta e della stupidità di questo coglione che non capisce quanto staremmo bene insieme; il punto è che io non mi sono mai sentito innamorato di uno di questi ragazzi, ma mi sono lo stesso rimasti in testa per anni. Quando sento dire spesso la parole “amore” per storie dimenticate in un mese. Non capisco se sono io che sminuisco il mio sentimento per cercare di convincermi meno coinvolto di quanto non sia, oppure se è il resto del mondo che utilizza la parola “amore” a sproposito, soltanto per potersi dire “innamorati” o “in una relazione”, come se il loro intento principale fosse quello di non essere più sfigatamente single su facebook. Ora però non voglio che tu mi fraintenda: non pretendo di apparire come l’ultimo romantico rimasto sulla terra, perché di romantico in me c’è ben poco. Non esiste persona al mondo più fottutamente cinica di me, ed è forse la faciloneria con cui si parla di amore che mi fa dubitare del sentimento degli altri. Ma d’altronde sono in minoranza, per questo ti chiedo di farmi capire dove sbaglio e di rendermi un po’ meno cocciuto, e di insegnarmi in qualche modo a riuscire a passare oltre."
Serena



Cara Serena,
ma anche caro Serena. Sono molto colpito da tutti i complimenti che mi fai, che di prima mattina danno solo una grande soddisfazione. Vorrei subito entrare nel vivo della tua lettera. Prima cosa non preoccuparti, l’amore è una cosa al quanto personale ed è salutare avere dei termini di paragone, ma delle volte è meglio soprattutto non tenerli troppo in considerazione. In definitiva succede spesso che noi omosessuali romantici ci lasciamo troppo prendere dal nostro voleressereCarrieBradshawatuttiicosti. E questo di certo non aiuta. Anzi, ci finisce per confondere ancora di più.

Per quanto riguarda le tue esperienze, bè, non preoccuparti, non è detto che bisogna avere divorziato almeno sei volte ed avere cinque figli per dire veramente di poter capire l’amore. L’amore purtroppo è una cosa talmente inconsapevole e inaspettata che quando arrivi lo capisci solo da quelle tre farfalline che ti cominciano a volare nello stomaco. Lo so. Detta così, sa ancora di più romantico, ma credimi, sta tutto lì. Sei mai andato in aereo? Quando l’area comincia a salire senti una strana sensazione allo stomaco. Quella stessa la provi quando sei davvero innamorato. Adesso, tu come quasi tutti i ragazzi gay, hai già provato un’attrazione proibita per un ragazzo dell’azione cattolica etero, hai capito l’importanza di una breve ma intensa storia con il secondo, per cui sei già ha buon punto.

Questo è il momento in cui devi averne di bendonde. Il momento in cui devi credere in te stesso. Il momento in cui non devi rendere conto all’ennesimo social network, ma devi semplicemente agire. Io ti consiglio di prendere di petto il tipo in questione e di non aspettare che lui ti consideri. Ti piace? Lo vuoi? Conquistalo. A volte siamo sempre rintronati da quello che pensiamo che la gente si aspetti da noi, per cui viviamo con uno stato di agitazione e insoddisfazione l’incontrare uno di quei ragazzi carini che ci fanno battere il cuore. Cancella tutto. Non pensarci. Sii solo te stesso. Cerca di essere allegro, divertente e accattivante, e perché no, anche cinico. Il cinismo in senso stretto aiuta ad essere più sciolti.

Non cercare a tutti i costi di attirare la sua attenzione con milioni di parole e piani, assolutamente no, ma cerca di colpirlo per quello che tu riesci ad esprimere. Cerca di parlare poco, ma bene, che alle brutte aiuta sempre. E sicuramente riuscirai a stabilire per lo meno un contatto, un contatto migliore di quello che potrai avere attraverso messenger o faccialibro. Però, devo assolutamente essere sincero nel dirti che se tutto ciò non dovesse aiutarti, puoi sempre passare all’attacco con l’arma segreta: la movenzadannatamentepop. E’ risaputo, da anni e anni passati a sudare sui maledetti dancefloor capitolini, che laddove la parola fallisce la movenza vince. E anche di netto.

Hai visto che ti guarda e non favella? Che ti sorride ma non ride? Che ti parla ma non comunica? Lascia perdere. Trascinalo sul dancefloor, e vacci di movenza. Servono tre ingredienti per stupire con la movenza, un buon playback sulla canzone che stai ballando, un sorriso pazzesco e ovviamente un ottimo sculettamento assieme a movimenti sincroni e ben assestati. Più sicuro sei mentre balli e più la preda capisce che ne hai di bendonde. E se per assurdo dovesse non recepire e continuare a stare lì senza sapere cosa stracazzo fare. Be’ tesoro, devi passare per forza alla fase Ammicca-Avvicina-Avvinghia, più comunemente detta la fase delle tre “A”.

Ammicca al più carino che vi bazzica vicino. Avvicina il tuo sguardo al suo, e fagli intendere il tuo mood aggressive ma ben controllato. Avvinghia e dacci giù di pomicio e slinguazze. Così, solo così potrai capire veramente se il tipo ha qualche interessa per te. Se si fa rode il culo, hai vinto. Se invece continua a ridere e scherzare come se nulla fosse, be tesoro, forse ha vinto lui. Ma tu non devi assolutamente rimanerci male. E’ inutile ciular nel manico se il manico non è disponibile. Non so se mi spiego. E di conseguenza, a questo punto, non hai bisogno neanche di starci troppo giù. Lo so sei romantico. Ma sei anche cinico, e forse proprio il cinismo potrà salvarti. Non credere che sia una sconfitta. Non lo è per niente.

Pensa solo che puoi tranquillamente passare alla fase, “Tefacciovedèchetistaiaperde”, che è quella che preferisco di più. Se dovessi capire che non cè né, puoi semplicemente essere favoloso in ogni occasione, divertente al punto giusto e anche brillo al punto giusto. Lui capirà davvero cosa si è lasciato sfuggire e passerà alla rivalutazione. Tu però non devi assolutamente fare il vago. Dal romanticismo si passa facilmente al tragico. E dal tragico si finisce inevitabilmente al dramma. E il dramma è sempre dietro l’angolo. Ed è a carattere lesbo di solito. Per cui, a meno che tu non sia Louise di Saint Louise, bè pensa solo a te. E vedi che superi anche il dramma del come andare avanti.

Non cadere nelle depressioni da gay rifiutato, ovvero: Alcool Bridget Jones e copertina della nonna. Non tapparti in casa. Vedi gli amici, e fatti tutt’al più un profilo su gay romeo. E rifiuta tutti i primi venti che ci provano con te, anche se carini. Ti aiuterà a dirti sicurezza, e a sottintendere che tu sei quella che hai il controllo. E se proprio dovessi mai cedere alla fase maniaco-depressiva, bè, non cè altro da fare. Qualche amico intimo, prosecco e/o vino, una marea di negozi e vacci giù pesantemente di carta di credito. E dopo ti sentirai sicuramente meglio. Favoloso, come non mai, potrai farcela sicuramente a dimenticarlo. E ne avrai sicuramente di bendonde.

Un saluto Serena. Un baciotto e una semi-movenzapop-virtuale.

Finché, Annabelle Bronstein.

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