sabato 13 giugno 2009

Febbre da Pride!

Ancora frastornato dalle 15 ore di lavoro di giovedì, concluse in maniera devastante, decido di non buttare a vuoto la giornata visto che dovrò lavorare anche in serata; per cui mi organizzo con Guy e la Du Barry per un aperitivo da Primo. Appena esco dalla metro Spagna mi rendo conto che nell'aria cè qualcosa di diverso. Eh si signori, è proprio la vigilia del Pride capitolino. E intorno a me orde di omosessuali da ogni parte d'Italia affollano piazze e vie. Mi vedo con Guy davanti la Benetton di via del Corso e subito ci raccontiamo gli ultimi avvenimenti delle nostre routinarie vite. Lui ha passato la giornata in casa con gli idraulici. Ovvero un polacco che lo ha chiamato tutto il pomeriggio "Signorino" e il suo socio con la "S" moscia. Ovviamente gli unici idraulici sulla faccia della terra che si allontanano di molto dallo stereotipo dell'idraulico sessualmente stimolante. O almeno quello che ci suggerisce la nostra mente. Io dalla mia non ho molto da raccontargli se non gli spaventi del giorno prima sul lavoro, ed un simpatico ascesso che tormenta la mia gengiva. Dei miei flirt virtuali e non, non ne esiste più traccia. Il Tatto-Hearted Boy si è ufficialmente dichiarato sfuggente, laddove sfuggente sta per latitante desaparesidos (ocomecavolosiscrive!) del Congo. La Polpetta cè, ma aparte occhiolini e banali cenni provenienti dall'educazione impartitagli, non si muove. E io anche. Ed altre persone non ci sono. Non cè persona che al momento possa vagamente interessarmi. In più ho ufficialmente cancellato i miei profili zozzegni ed eliminato Mirc dal pc. Insomma ne ho le palle piene di stare a rincorrere gente per del sesso che poi si rivela scadente e privo di ogni guizzo. E le palle, credetemi, sono molto più che piene. E anche lo stomaco si è riempito a dismisura. La bilancia non mente sono ingrassato almeno di 5 kg. Ma io non me ne curo più di tanto. Io sono così prendere o lasciare, chi mi ama mi segua. Non vedo alternative possibili. Comunque arrivati da Primo la Du Barry ci aggiorna anche lui sulla sua situazione, ovvero gente che scompare, ma anche di gente che magicamente riappare. Di gente lo aggiunge a Msn e gli invia mp3 e vuole da lui altri mp3 in scambio. Ci ritroviamo a convenire tutti e tre che il mondo gay non è proprio quelo che ci soddisfa. Per i rapporti, le relazione e anche unn pò la stronzaggine dei gay. Io mi ci metto in primis. Io comunque parlo poco e li guardo pensoso. A parte che non riesco a parlare per via di quel processo flogistico che si insinua nella mia bocca, ma poi è strano ma davvero non mi sento soddisfatto. Continuo a leggere gli oroscopi che blaterano di giorni felici e di amori a 5 stellette in arrivo. Persino l'oroscopo di Vanity Fair (il primo dei tre motivi che mi ha spinto a farmi abbonare) parla di libido alle stelle all'ennesima potenza e maialate compulsive. Io non vedo nulla di tutto ciò. Io so solo che se potessi mi licenzierei, cambierei città e ricomincerei tutto da capo. Ma poi penso che Roma mi mancherebbe troppo. E ritorno in me seduto a quel tavolino a discutere dell'argomento del giorno: andare o non andare al Roma Pride? Io e Guy non abbiamo dubbi, si pieno e convinto a partecipare. Vogliamo celebrare noi stessi in quanto tali, vogliamo shekerare i nostri culi insieme agli altri e far capire che l'amore è tutto uguale. Uomo/Uomo, Donna/Donna e tutte le declinazioni del caso. Mamma se mi legesse mio padre, sarebbe fiero di me. La Du Barry tentenna. Ha il terrore di essere ripreso e/o fotografato e finire laddove mamma e papà potrebbero tanarlo. Il segreto di Pulcinella. Ma noi lo convinciamo ponendo alla sua attenzione la stragrande maggioranza di froci che invaderà la capitale. Lui ancora rimane indeciso e non si esprime, ma io gli faccio notare che non può assolutamente mancare. E che ci deve essere non solo per per se stesso ma anche e soprattutto per la comunità a cui appartiene. Lo vedo sempre meno convinto. E io sembro sempre di più Geri Halliwell nel video di Spice Up Your Life. Poi mi cade l'occhio sui nostri drink e capisco tutto. Stiamo bevendo degli analcolicissimi "Primo Cocktail". Privi di ogni magia alcoolica persuasiva. Ma tutti e tre non possiamo bere alcool. Io sono sotto antibiotici. Eccheccazzo! Comunque finito l'abbuffo ci alziamo e passeggiamo e poco a poco ci rendiamo conto di quanti bei ragazzi ci sono in giro, e quanti siano gay. Eh si. A sto Pride ci dobbiamo assolutamente andare. Arrivati a Spagna le nostre strade si dividono, io prendo la metro e me ne ritorno a casa, Guy e la Bu Barry continuano a vagare direzione via del Babbuino. Tornato a casa però mi misuro la febbre e ciò che mi viene segnalato dal termometro mi devasta: 37,2 ° C. Decido ancora di prendere carta e penna e di scrivere una missiva punitiva all'oroscoparp di Vanity Fair, invitandolo per la sua poca precisione astrale nei riguardi dei gemelli, e quindi anche di me medesimo. Poi torno sui miei passi e ricalibro il destinatario: "Cara Mina, ma te ce verresti mai al Pride? Io si, ed anche con la febbre. E infatti così sarà. Febbre o non febbre io ci sarò!" Firmato Annabelle Bronstein.

1 commento:

  1. Cara Annabelle, io a Roma non ci sono causa mancanza di dinero ma vorrei tanto essere in mezzo a quei bei ragazzi gay, gridando tutti in coro "Pride Pride Pride"!!! :)

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