lunedì 11 maggio 2009

The Tatto Hearted Boy, le parole che vorresti dire, la sfiga e gli irrimediabili casi della vita.

La giornata di oggi è stata una giornata che mi ha mentalmente e fisicamente devastato. I miei ormoni, ancora più fuori di testa, ed oramai per una chiara ragione: ovvero un paio di calzettoni avvinghiati a dei piedi. Ci tengo a sottolineare che non sono assolutamente feticista dei piedi, anzi. Il fatto è che i piedi in questione sono del Tatto-Hearted Boy. E credetemi sono rimasto davvero devastato. Scoprire che oltre al modo di pensare di una persona ti possono piacere anche i piedi, per me è sorprendente. Comunque nonostante stamane mi sia svegliato relativamente tardi, sono riuscito a scambiare quattro chiacchiere con il mio uomo della rete. Ed oggi l’ho trovato abbastanza giù. In maniera anche molto giustificata. Diciamo che una cosa importante è capitata ad una persona che gli sta vicino. E lui si chiedeva come poter aiutare questa persona. E per un attimo forse lo ha chiesto anche a me. Io gli ho dato il mio consiglio, ovvero di essere lì. Di fargli da spalla. E lui pare aver apprezzato. Anche se ecco è sempre molto difficile per quanto mi riguarda dare consigli. Le situazioni se non le vivi, non le puoi capire. Ho sempre avuto questa idea a riguardo, e sinceramente preferisco sempre non espormi troppo. Non perché io abbia paura di dire la mia. Assolutamente no. Però magari posso essere frainteso. Posso essere non capito. Posso anche passare per estremamente insensibile. Che poi un po’ lo sono. Ma perché rischiare. E così con l’ormone fritto, trito e ritrito lo saluto e raggiungo Paolo l’avvocato per un caffè a Ottaviano. Un date nato sul momento, per caso, che sinceramente non mi ha lasciato assolutamente nulla. Lo so che non si dovrebbe dire, ma è stato molto scialbo. Anche un po’ noioso. E monotono. Mamma mia le cattiverie. Lo so. Ma in realtà e che la mia testa era ancora là a casa, sul pc a chiacchierare con il Tatto-Hearted Boy. E non riuscivo proprio a non pensarci. E poi scusate, macchèdolce. No? Comunque tornato a casa, l’ho ribeccato e abbiamo ricominciato a parlare. Ininterrottamente. Fino a raggiungere il mio punto NO. Il punto NO, è un punto in cui il discorso si fa più profondo, e più intimo, e che io non riesco ad affrontare in modo virtuale. Mi dispiace. Ma non lo accetto proprio. Per cui, quando la cosa si è fatta più introspettiva ho detto basta. E credetemi che mi è costato, e anche tanto. E spero che lui abbia capito. Questo è un mio grande limite. Per me la vita virtuale termina laddove quella vera prende il sopravvento. E non penso che sia giusto fare confusione con le due cose. Il punto è che detto da me, adesso non è molto credibile. Lo so. Ma è così. E poi mi è venuta in mente una fissa. Una fissa devastante. Ovvero, il Tatto-Hearted Boy mi ha più volte chiesto chi ero, ed io ovviamente ho dribblato come al solito. Lui mi ha rifatto notare che ecco, vorrebbe saperlo per vedere chi sono. Ed ha anche effettivamente ragione. Ma se poi una volta scoperta la mia identità finisse tutto là? Non ci sarebbe altra possibilità per me? Cazzarola il Tatto-Hearted Boy, è proprio un bel ragazzo. E se così si spegnesse una remota possibilità? Io non lo so. Non capisco. Poi mi sono fatto anche arrovellare il fegato quando mi ha detto che ieri era al Circolo, e se né andato tipo dieci minuti prima che io arrivassi. Ma perché? Perché? Capite dieci fottutissimi minuti sfigati, nei quali magari io stavo a cazzeggiare per strada a fare lo stupido, e invece mi sarei potuto affrettare e vederlo lì. E invece no. Ma tanto…dove crede di scappare? Annabelle Bronstein. Una stronza, una pr, una stolker. E che lo sappia anche la Carfagna. !!!

2 commenti:

  1. minchia quanto mi appassionano ste storie non puoi immaginare

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  2. findarto è ironico oppure sincero?
    spero ironico!!!
    Non, è vero scherzo. Spero sincero
    :P
    AB

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